Benvenuto sul mio sito. Sono Pippi Mellone e sono sindaco protempore della città di Nardò. Sono stato eletto sindaco il 19 Giugno 2016, alla guida di una coalizione trasversale ( 50,28%). Poco più di cinque anni dopo, il 4 ottobre del 2021, ancora una volta alla guida di una coalizione civica trasversale ed estranea ai partiti tradizionali (Pd, Italia Viva, Forza Italia ecc.), sono stato riconfermato alla guida della città. Tre neretini su quattro, già al primo turno, hanno scelto di continuare la mia rivoluzione gentile, operosa e verde e mi hanno tributato un incredibile consenso del 74,08%. Si tratta del risultato più alto d'Italia in una città con oltre 15.000 abitanti". |
![]() di Flavia Perina La destra (ma anche la sinistra) che non ti aspetti è in Puglia, a Nardò, provincia di Lecce: una destra che sostiene apertamente il governatore uscente Michele Emiliano nonostante i legami storici con l’altra metà della politica e specialmente con la filiera di Fratelli d’Italia. Non è un caso di trasformismo, non ha nulla a che vedere con i giri di valzer della destra campana per Vincenzo De Luca: Pippi Mellone, sindaco di Nardò e capofila di questa strana destra pugliese, è piuttosto un teorico dell’Andare Oltre (il suo movimento si chiama così, l’Oltre è riferito ai partiti) e di una politica pragmatica che se ne frega delle identità, dei pedgree ideologici, delle casematte di riferimento. Mellone è da anni una spina nel fianco della destra (ma anche della sinistra) pugliese, nonché la controprova di come il frullatore dei tempi nuovi abbia mischiato le appartenenze fino a renderle irriconoscibili. Viene dalla militanza giovanile in Alleanza nazionale ma nel 2016 diventò sindaco battendo il candidato di Forza Italia e FdI al primo turno. Quelli se la presero, al ballottaggio tifarono per l’uomo del centrosinistra. Mellone superò pure lui per 80 voti. Emiliano, all’epoca, andò a Nardò per sostenere il Pd ed evitare che “l’amico di Casa Pound” – come ancora lo chiama qualcuno – si prendesse il Comune, e tuttavia appena pochi mesi dopo Mellone stupì tutti con una serie di iniziative in favore dei braccianti africani che neanche la Cgil aveva mai immaginato, a cominciare dal divieto di lavoro nei campi nelle ore torride dall’una alle tre. Poi arrivò un manifesto politico vero e proprio. Esaltava la Patria, ma anche “la sovranità della comunità sul territorio, esercitata da tutti i cittadini senza distinzione di colore della pelle, orientamento sessuale, religione”. Mellone si fece sponsor dello Ius Soli, in aperto conflitto con la sua vecchia amica Giorgia Meloni e ovviamente con Matteo Salvini. Estese i suoi interessi a Lecce, patrocinando l’elezione coi progressisti e contro le destre di Alessandro Delle Noci, con il governatore Emiliano, fino al punto di invitare i suoi elettori, nel 2017, a partecipare alle primarie del Pd e a votarlo. Successe un putiferio. Il Pd, per protesta, decise di non partecipare alla sua stessa consultazione, monopolizzata dai sostenitori del sindaco post-missino. Emiliano vinse a Nardò col 97 per cento dei voti. Adesso lo stesso tipo di scompiglio si abbatte sulla destra di Giorgia Meloni, che con Raffaele Fitto si gioca una delle sue più importanti partite nella prossima tornata elettorale. Sarà interessante vedere se il candidato di FdI sbarcherà nella cittadina del Salento per la sua campagna e come sarà accolto da un Comune che teoricamente ha un’amministrazione di destra ma nella pratica sta dall’altra parte e ha persino un suo assessore – Giulia Puglia, trentenne, titolare del Turismo – già inserita nella lista “Emiliano Sindaco di Puglia”. Non potevamo fare altre scelte, spiega Pippi Mellone. Fitto, dice, «rappresenta il vecchio della politica, mondi già superati e sconfitti da moltissimo tempo». Mellone non crede ai sondaggi, che prevedono un testa a testa tra gli sfidanti, e giudica sbagliato ogni calcolo costruito sull’approccio identitario al voto. «La destra – ricorda – ci cascò già quindici anni fa, quando mandò i suoi a votare alle primarie Pd per Nichi Vendola. Stapparono champagne quando prevalse su Francesco Boccia: pensavano che un gay dichiarato, capo di un partito di estrema sinistra, fosse l’avversario ideale, un sicuro perdente in una regione tradizionalista come la Puglia. Si sa come è finita». Lo strano caso del sindaco Pippi Mellone e della sua destra che appoggia il candidato delle sinistre, insomma, è solo l’ultima puntata del gran casino destra/sinistra in Puglia. «Qui il concetto di destra e sinistra è molto difficile da individuare» ha commentato nei giorni scorsi Ivan Scalfarotto, il terzo incomodo della competizione, e di sicuro è vero. Resta da capire se questo attraversamento dei confini sia l’anticipazione, l’assaggio di un generale desiderio di libertà post-ideologica, oltre le ossessioni identitarie dell’ultimo decennio, o solo una bizzarra storia locale, un casus belli che comincia e finisce nei trecento chilometri tra Foggia e Lecce.
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di Valerio Valentini Accenni all'etichetta che ormai gli si è appiccata addosso, “il sindaco fascista che sostiene Michele Emiliano”, e subito s'indispettisce, ma dando prova di esserci abituato. “La verità è che qui in Salento, nel 2017 la nostra lista ha contribuito a far vincere il sindaco di Lecce, che è di centrosinistra, e sostiene il presidente della provincia, di centrosinistra pure lui”. E va bene, sindaco. Ma la sua lista si chiama “Andare oltre”, con un esplicito riferimento a Pino Rauti. “Un omaggio a un grande uomo, certo, e a valori importanti in cui credo a prescindere delle ideologie del passato”. E che la portano a sostenere Emiliano, esponente del Pd, alle regionali di settembre? “A Emiliano mi lega una vicinanza umana e una stima profonda”. Pippi Mellone, al secolo Giuseppe, è sindaco di Nardò, comune di 30 mila abitanti in provincia di Lecce. Governa la sua città dal 2016, quando vinse al ballottaggio in modo quasi rocambolesco. "Novanta voti di scarto contro uno sfidante sostenuto da tutto l'arco costituzionale". Lui, invece, giocava da outsider. "Un raggruppamento di liste civiche di orientamento trasversale". E fu in quell'occasione che conobbe Emiliano. "Venne a fare un comizio qui a Nardò alla vigilia del voto. ovviamente sosteneva il mio avversario". Ma fu l'ultima volta che i due si trovarono uno contro l'altro. "Pochi mesi dopo, alle primarie per la segreteria nazionale del Pd, invitai quella parte dei miei sostenitori di Nardò e dintorni che venivano da sinistra a votare per Emiliano anziché per Renzi o Orlando". Tre anni dopo, stessa scena. "In questo caso fu per le primarie regionali". Ammetterà che è quantomeno bizzarro che un sindaco di destra, e di destra estrema, faccia il tifo per Emiliano.
E qui allora Mellone si ferma, e ci tiene a riassumere la sua non lunga biografia per dire che no, non è giusto considerarlo uno di estrema destra. "Prima di tutto sono un ragazzo dell''84. Ho fatto in tempo a entrare in Azione Giovani nel 2001, quando di fatto le giovanili della destra sociale erano ormai in fase di smatellamento o quasi". Fa in tempo anche a farsi riprendere mentre ordina il "Presente", con tanto di saluto romano, al "camerata Sergio Ramelli". "Era il 2007", precisa. "Credo che uno dei problemi della politica italiana stia proprio nel fatto che non riesce a superare gli schieramenti novecenteschi, gli steccati ideologici del passato". Ma lei si richiama a Pino Rauti, sindaco. "Ma una ciclabile e un'isola ecologica non sono né di destra né di sinistra. Sono abituato a valutare gli amministratori per la bontà delle loro scelte, non certo per i loro ideali". Insomma a sentirlo parlare così, sembra quasi di ascoltare un grillino. Nel dirglielo temiamo quasi di offenderlo, che ci riappenda il telefono in faccia. E invece Pippi Meollone non fa una piega. "A me i grillini delle origini non dispiacevano affatto. Il loro grande problema è stato nella selezione della classe dirigente". E ora, a livello nazionale, da chi si sente rappresentato? "Da nessuno". Giorgia Meloni non le piace? "La conosco e la stimo per come ha saputo rivalutare una tradizione che sembrava finita e ricostruire un partito dalle sue macerie portandolo a percentuali impensabili". Di Matteo Salvini che pensa? "La sua esperienza di governo non mi è dispiaciuta affatto. Anzi. Semmai mi ha deluso l'esito di quella stagione, la crisi agostana del Papeete". Però a settembre, alle regionali pugliesi, voterà per Emiliano. "Assolutamente sì. Specie se l'alternativa è Raffaele Fitto, uno che 15 anni fa si fece battere da Nichi Vendola, e che ancora rappresenta il meglio che il centrodestra nazionale riesce a esprimere in Puglia. Che delusione". E costruirà una lista in appoggio di Emiliano, dunque? "No, non siamo abbastanza radicati nelle altre province. Ma a qualche mio assessore, ad amministratori locali che si riconoscono nel nostro movimento, suggerirò di candidarsi con Emiliano". Dice che lui apprezzerà? "Ci conosciamo, ci stimiamo". Emiliano stima un sindaco che quattro mesi fa ha chiesto la chiusura dell'Anpi di Lecce in quanto "pericolo per la democrazia" (sì, lo ha fatto davvero, Mellone). "Era il 10 febbraio, la Giornata del ricordo. E il circolo Anpi di Lecce che fa? Pubblica dei post in cui si parla di Norma Cosetta, insignita della medaglia d'oro al valor civile dal presidente Ciampi, come di una 'presunta vittima delle Foibe'". E lei ne chiede la chiusura? "L'Anpi di Lecce invoca la chiusura di almeno due o tre associazioni a settimana, qui in provincia. Vogliono stabilire loro cosa merita di restare aperto e cosa no". E allora lei? "E allora io ho voluto fare una proposta provocatoria: chiudere l'Anpi di Lecce in quanto associazione che istiga all'odio. Ma era una provocazione, ovviamente. Se poi qualcuno non comprende il mio stile, non è un problema mio". Ed Emiliano l'ha compreso, il suo stile? "Be', non mi sembra di aver letto alcuna sua dichiarazione contro di me". Definisca il presidente della Puglia. Michele Emiliano è un... "E' un uomo libero, una persona per bene, un eccellente amministratore pubblico". Emiliano, quello che vuole chiudere l'Ilva? "L'Ilva è un problema così annoso che attribuirlo a Emiliano mi pare ingeneroso". Emiliano, quello che non voleva abbattere gli ulivi infettati dalla Xylella? "Mi pare che la sua giunta sia riuscita a bloccare la Xylella all'ingresso della provincia di Bari. Non è un risultato da poco". E' di sinistra, Emiliano? "Non so. Non m'interessa. Di certo, però, Fitto non è di destra, almeno non nell'accezione nobile che io do a quel termine". Spera in un'alleanza tra Pd e M5s, per la regionali? "Si tratta di dinamiche che vengono decise a Roma. Non mi immischio, Tutto quel che può servire a far vincere Michele Emiliano, però, ben venga". |
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