Benvenuto sul mio sito. Sono Pippi Mellone e sono sindaco protempore della città di Nardò. Sono stato eletto sindaco il 19 Giugno 2016, alla guida di una coalizione trasversale ( 50,28%). Poco più di cinque anni dopo, il 4 ottobre del 2021, ancora una volta alla guida di una coalizione civica trasversale ed estranea ai partiti tradizionali (Pd, Italia Viva, Forza Italia ecc.), sono stato riconfermato alla guida della città. Tre neretini su quattro, già al primo turno, hanno scelto di continuare la mia rivoluzione gentile, operosa e verde e mi hanno tributato un incredibile consenso del 74,08%. Si tratta del risultato più alto d'Italia in una città con oltre 15.000 abitanti". |
di Pippi Mellone Sulla prima pagina de La Gazzetta del Mezzogiorno un mio intervento sul rapporto tra politica e malaffare, partendo dalla tragedia di Renata Fonte, la mia concittadina uccisa dalla mafia nel 1984, per arrivare ai nostri giorni, con le brutte storie di infiltrazioni della criminalità nelle amministrazioni locali e i guai, le minacce, gli attentati che giornalmente subiscono gli amministratori locali. La comunità di Nardò, il Sud e l’Italia devono moltissimo a Renata Fonte. Oggi, dopo quasi quattro decenni dalla morte, possiamo dire che Renata sia nata nuovamente, che sia risorta in ogni “libero sognatore”, che sia viva in ogni amministratore per bene, in ogni cittadino moralmente sano. Posso affermare che la sua memoria è entrata a far parte del patrimonio genetico della mia generazione. D’altronde Renata Fonte è stata assassinata nel 1984. Io sono nato nel 1984. Gran parte della mia maggioranza, che è molto giovane, è nata a ridosso di quei terribili anni che hanno visto morire, a pochi passi dalle stanze che la vedevano appassionata combattente, quella giovane donna tosta e preparata, di appena 33 anni. Renata Fonte è stata la prima donna politica assassinata dalle mafie e da allora le sue idee sono vive, ardono nel nostro petto, vivono nei polmoni di chi si sporge dal belvedere di Portoselvaggio e ammira la bellezza della nostra terra! Oggi Renata Fonte è viva nei nostri cuori e rappresenta il simbolo di chi crede nelle proprie idee, di chi si schiera a favore dell’ambiente, della cultura, del lavoro, della libertà. La sua morte, lo dico per verità e giustizia storica, fu uno scacco matto per tutte le persone per bene della mia città, che si risvegliarono in un nuovo mondo, nel quale divennero visibili gli squali famelici che circolavano nel mare magnum della politica italiana, pronti ad addentare i territori, scommettere sulle speculazioni, fare la cresta sul cemento armato di ponti, scuole, ospedali. Un fenomeno, questo dei predatori, degli esponenti della malavita che lavorano per infiltrarsi e addentare i territori, che evidentemente è vivo anche oggi. È di queste ore il condivisibile allarme del Presidente della sede leccese del Tar Puglia, Antonio Pasca, il quale, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha sottolineato l’abilità delle organizzazioni criminali, che si insinuano in tutti i settori della società e dell’economia, con particolare riferimento al settore turistico e alle ecomafie, al traffico di rifiuti e perfino negli uffici pubblici. Un allarme che fa il paio con gli innumerevoli provvedimenti di interdittiva (alcuni dei quali per fortuna risolti in tempi brevi scagionando i rappresentanti politici e restituendo serenità alle comunità), e con le inchieste che hanno evidenziato pericoli di infiltrazioni o condizionamento della criminalità organizzata nei comuni. Queste notizie evidenziano da un lato la necessità di raggiungere una pace sociale, che vada oltre la banalità degli schieramenti, per selezionare cordate di persone perbene, da proporre ai cittadini in nome sia delle idee che diventano azioni, sia della storia personale di ognuno, e dall’altra il bisogno di semplificare le procedure, che paradossalmente privilegiano i furbi, i prepotenti e quelli che hanno la capacità di condizionare le scelte. Il ginepraio della burocrazia, difatti, esplicita un altro lato della medaglia: nelle stesse ore apprendiamo che le statistiche pubblicate dal Report 2021 del Ministero degli Interni, ci mostrano una prima linea di sindaci vulnerabili, soggetti ad attentati e raid, insultati e minacciati perfino sui social e perfino da chi, in teoria, dovrebbe essere parte delle istituzioni e difendere la figura del primo cittadino. Per questo oggi per l'amministratore locale e fare il Sindaco, nel segno della legalità e del servizio ai cittadini, occorre agire contro il pessimismo della ragione e nel segno dell’ottimismo della volontà!
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