Benvenuto sul mio sito. Sono Pippi Mellone e sono sindaco protempore della città di Nardò. Sono stato eletto sindaco il 19 Giugno 2016, alla guida di una coalizione trasversale ( 50,28%). Poco più di cinque anni dopo, il 4 ottobre del 2021, ancora una volta alla guida di una coalizione civica trasversale ed estranea ai partiti tradizionali (Pd, Italia Viva, Forza Italia ecc.), sono stato riconfermato alla guida della città. Tre neretini su quattro, già al primo turno, hanno scelto di continuare la mia rivoluzione gentile, operosa e verde e mi hanno tributato un incredibile consenso del 74,08%. Si tratta del risultato più alto d'Italia in una città con oltre 15.000 abitanti". |
Prima Luigi Di Maio, atteso lunedì prossimo a Nardò. Poi, qualche giorno dopo, Giuseppe Conte. La campagna elettorale per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre prossimo in Puglia parte con il botto. Il ministro degli Esteri, sempre punto di riferimento dei 5 Stelle, e l'ex premier, ora capo politico dei pentastellati, scelgono non a caso Nardò. di Antonello Cassano su Repubblica
Come largamente previsto la città salentina infatti si appresta a diventare la piazza più calda della prossima tornata elettorale in cui andranno al voto 54 comuni in tutta la Puglia, 14 dei quali sopra i 15mila abitanti. Non fosse altro perché Nardò rappresenta il comune in cui si è verificato un cortocircuito dell'intesa giallorossa, ovvero l'alleanza fra centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Quella stessa alleanza fortemente voluta dal presidente Michele Emiliano in Regione, al punto tale da fare entrare in giunta esponenti pentastellati, a Nardò rischia di andare incontro a una sconfitta alle urne, proprio perché non sarà sostenuta proprio dallo stesso governatore. Emiliano infatti ha deciso di fare endorsement ancora una volta per il sindaco uscente, vale a dire per Pippi Mellone, primo cittadino con note simpatie a estrema destra. Un endorsement che pesa ancora di più qui, considerato che proprio Nardò è una delle poche realtà in cui Pd e 5 Stelle siano riusciti a mettersi d'accordo e prepararsi ad andare al voto alleati (è successo solo a Gallipoli e Cerignola) creando una compagine di cinque liste, fra cui appunto pentastellati e dem, a sostegno del candidato sindaco Carlo Falangone. In tutti gli altri comuni che andranno alle urne le due compagini si presenteranno su fronti opposti. La decisione di Emiliano ha già provocato forti mal di pancia nel Pd, con il senatore salentino Dario Stefàno che si è autosospeso dal partito chiedendo al segretario nazionale Enrico Letta di intervenire per mettere in discussione la disinvoltura di Emiliano nell'allargare a destra. Ora però la discesa dei due principali leader nazionali del Movimento 5 Stelle proprio a Nardò rischia di creare davvero imbarazzo sia all'alleanza giallorossa in Regione che allo stesso governatore pugliese. Il ministro degli Esteri arriverà in piazza Cesare Battisti nella serata di lunedì prossimo. Sarà affiancato dai leader pentastellati locali. La sua visita era già stata annunciata sui social dal Movimento. Non era noto finora invece l'arrivo a Nardò anche di Giuseppe Conte. L'ex premier pugliese, fautore a livello nazionale dell'alleanza giallorossa poi caduta con l'arrivo al governo di Mario Draghi, è atteso per domenica 19 settembre. Conte non si limiterà a un comizio in piazza, ma ha annunciato anche l'intenzione di visitare le aziende cittadine e i quartieri popolari, forse anche in seguito alla drammatica alluvione che ha pesantemente colpito la città nei giorni scorsi. Ma Nardò sarà per Conte una tappa di un primo tour elettorale che toccherà in Salento anche Cavallino e Gallipoli, altre due piazze in cui si è raggiunto un accordo elettorale centrosinistra-5 Stelle. Quel che è certo è che l'arrivo dei leader pentastellati non farà che acuire gli scontri interni al centrosinistra sulla posizione presa dal presidente Emiliano: "Il governatore si è esposto un po' troppo in favore di Mellone - dice una fonte 5 Stelle - una posizione di neutralità sarebbe stata più prudente. Invece ha calcato la mano".
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ALLEANZA PER IL FUTURO. LA COALIZIONE CIVICA DI PIPPI MELLONE IN CAMPO PER UNA "NARDO' PIU' FORTE"9/4/2021 Eccoci! Siamo finalmente in pista! Questa mattina abbiamo presentato ufficialmente l'Alleanza per il Futuro.
Nove liste civiche - Andare Oltre, Avanti Nardò, Difendere Nardò, Liberi Popolari, Movimento Politico Libra, Nardò Per Bene, Noi X Nardò, Obiettivo Comune, Pippi Sindaco di Tutti - libere da ogni segreteria di partito. 116 donne e 100 uomini (le donne sono ben più delle "quote" rosa) per un totale di 216 candidati. Siamo tutti in campo per rendere Nardò più forte. Siamo in campo per continuare a far crescere la nostra città. Per rendere Nardò più grande, più vivibile, più verde, più ricca. Per scriverne la Storia e tracciare una via per il futuro Il 3 e 4 ottobre continuate a darci fiducia ...perché la Rivoluzione continua! Sul nostro sito www.pippi.space troverete tutti i nomi di tutti i candidati!!! Prosegue il tempo del Rinascimento per Nardò. Pronto il programma dell'Alleanza per il Futuro9/2/2021 PIPPI.SPACE è la casa sul web di Pippi Mellone e dell'Alleanza per il Futuro, la coalizione degli uomini, delle donne, delle liste e delle idee con cui continuare l'impegno politico e amministrativo per Nardò.
Dopo cinque anni di governo, conditi da risultati straordinari, da traguardi tagliati in serie uno dopo l'altro e da tantissimi atavici problemi risolti, la "squadra" del sindaco Mellone si ripresenta agli elettori neretini. La ricetta è sempre quella della politica dei fatti, dell'impegno costante, delle ambizioni di una città tenuta al palo e mortificata per decenni dalla vecchia e fallimentare politica e che con la rivoluzione melloniana sta conoscendo un nuovo rinascimento. In questo spazio c'è il senso e la materia di un lavoro che continua con forza ed entusiasmo, di un sogno che ogni giorno, da cinque anni, si fa realtà. Sabato 4 Settembre pubblicheremo il nostro programma. Un programma partecipato, al quale hanno contribuito gli uomini e le donne dell'Alleanza per il Futuro. Un programma pensato per continuare l'incredibile opera di trasformazione della nostra Città, del suo Territorio, delle sue Marine. Un programma che prende in considerazione le idee, i bisogni, i desideri, i sogni e le aspirazioni di migliaia di cittadini con cui abbiamo dialogato in 5 anni di governo e in una vita di impegno a servizio del popolo. MELLONE IL FASCISTA? SI TRATTA SOLO DELLA DISPERATA MONTATURA DEL CIRCO MEDIATICO ANTIMELLONIANO.8/31/2021
Quotidiano: "Nardò, il video del sindaco che fa il saluto romano fa il giro del web
La Repubblica: "Nardò, saluto fascista per il sindaco di destra che vota Emiliano alle primarie del Pd" La Stampa: "l'ex CasaPound che fa il saluto romano, Pippo Melloni il candidato con Emiliano che imbarazza Zingaretti" La nuova Sardegna: "Nardò, saluto fascista per il sindaco di Casapound che vota emiliano alle primarie Pd" La Repubblica: "Pd, a Emiliano i complimenti del sindaco ex Forza Nuova: "Abbiamo fatto benissimo a sostenerlo" La demonizzazione dell'avversario politico in Italia passa sempre da lì. Ed ecco l'accusa montata ad arte anche contro di me, che sono sindaco di una coalizione civica, mi ripropongo con una coalizione civica e vengo da Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale. In questo articolo di Carlantonio Solimene vengo citato pure io, accusato di essere di Casapound perché votato anche da Casapound. Notizia: mi votano anche comunisti, socialisti, grillini, ex democristiani e tutti quelli che vogliono una città vivibile, ricca di verde, con strade sicure e ben fatte... l primo tentativo era stato il Ddl Zan. Ma alla fine l’argomento non scaldava i cuori più di tanto. Poi era stato il turno dello Ius Soli. Ma tra le fila grilline subito erano arrivati i distinguo. Allora la scelta era caduta sull’etichetta «no-vax». Ma le immunizzazioni di Salvini e Meloni avevano spento la polemica sul nascere.
E allora, a sinistra, per ricompattare partiti ed elettorato alla vigilia delle amministrative, si è ripescato un evergreen della demonizzazione dell’avversario: il pericolo fascista. Quale occasione migliore di un voto che cade grosso modo nel centenario della fondazione del Partito Nazionale Fascista per suonare l’ennesima chiamata alle armi contro i nostalgici neri? L’occasione - d’oro - l’ha fornita improvvida uscita del sottosegretario leghista Claudio Durigon sull’eventualità di reintolare il parco Falcone-Borsellino di Latina ad Arnaldo Mussolini, come si chiamava un tempo. Un infortunio sul quale il fedelissimo di Salvini ha provato a ritrattare, ma ormai era troppo tardi. Sono partite raccolte firme, le mobilitazioni della solita intellighenzia, il pressing dell’Anpi, le intemerate di Letta. Così, alla fine, davvero Durigon potrebbe cedere al passo indietro, specie dopo le parole di Salvini pronto a «valutare con il sottosegretario cosa fare per il bene suo, del governo e del Paese». Ma, c’è da scommetterlo, le eventuali dimissioni non saranno sufficienti ad archiviare la questione. Perché c’è da ricompattare una coalizione che, mai come questa volta, si presenta lacerata alle amministrative. Divisa a Roma tra tre candidati (Gualtieri, Calenda e Raggi) così come a Napoli (Manfredi, Bassolino e Clemente) o in Calabria (Bruni, Oliverio e De Magistris), la sinistra ha deciso di agitare l’unico tema che davvero unisce una compagine così variegata: il manganello antifascista. Ne ha fatto le spese anche il candidato del centrodestra a Milano, il pediatra Luca Bernardo. Persona moderata (la sua campagna elettorale è cominciata col riconoscimento del lavoro del sindaco uscente, Giuseppe Sala), inchiodata però a una dichiarazione: «Non distinguo le persone tra fasciste e antifasciste, ma solo in base all’esperienza e la competenza». Sala, in virtù di queste parole, l’ha definito «indegno di guidare la nostra città», lui ha replicato denunciando una «polemica montata ad arte». Per chiosare, la Giunta del sindaco ha esteso il campo di applicazione della «patente antifascista» - una dichiarazione di rispetto dei valori della Costituzione repubblicana - diventata obbligatorio anche per le associazioni che vogliano gestire immobili a lungo termine, e non più solo per concessioni temporanee di spazi. Nel frattempo, un’altra serie di grandi e piccoli episodi simili andava costellando le cronache. A Bologna suonava la rivolta contro l’invito alla Festa dell’Unità del deputato di FdI Galeazzo Bignami, ancora inchiodato a un goliardico travestimento da nazista al suo addio al celibato, una quindicina di anni fa. Il ministro Franceschini finiva nella bufera per aver nominato alla direzione dell’Archivio di Stato Andrea De Pasquale, colpevole di aver definito «statista» Pino Rauti. E dal Pd si dimetteva persino un senatore, Dario Stefano, per protestare contro l’endorsement del governatore pugliese Michele Miliano a Pippi Mellone, sindaco di Nardò vicino a CasaPound. Mobilitarsi oggi per raccogliere i frutti domani. Se, come prevedibile, nelle città più importanti al voto si andrà al ballottaggio tra il candidato del centrodestra e il «vincente» dello sprint a sinistra, occorrerà rimettere insieme i cocci che erano divisi al primo turno. E, archiviato l’antiberlusconismo, c’è bisogno di un’altra bandiera identitaria condivisa. «Occhio che qui vincono i fascisti». Finito un anti, se ne fa un altro. Mellone scrive a PatuanelliLettera aperta del sindaco Pippi Mellone al ministro delle Politiche agricole e forestali Stefano Patuanelli. Nella stessa il primo cittadino risponde alle parole critiche che il ministro ha usato sul suo rapporto con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e sul sostegno annunciato da quest’ultimo alla sua ricandidatura a sindaco di Nardò. Di seguito il testo della missiva pubblica.
“Sig. Ministro, ho letto la sua dichiarazione e ne sono stato colpito negativamente, perché entrambi siamo rappresentanti dei cittadini e, francamente, le sue critiche sono immeritate, probabilmente frutto di pregiudizio e cattiva informazione. Da anni ricevo attacchi quotidiani, veicolati anche attraverso organi di stampa nazionali, non solo perché ho vinto le elezioni nella mia città in barba a tutti i partiti tradizionali, ma anche perché desidero un superamento della guerriglia tra nostalgici. Da sempre auspico una pacificazione nazionale. Io sono un sindaco civico, espressione democratica di una coalizione trasversale nella quale si riconoscono uomini e donne per bene, cittadini che, mettendo da parte le ideologie, scelgono programmi, idee, visione del futuro, libertà. Una coalizione nella quale non c’è spazio per i partiti nazionali perché deve rappresentare il territorio: tutti i miei candidati sono svincolati dai partiti. La mia storia politica inizia in Azione Giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale, del quale sono stato dirigente nazionale, e prosegue in Fli (Futuro e Libertà), l’esperimento politico di Gianfranco Fini che vide protagonisti Antonio Pennacchi, Filippo Rossi, Gianmario Mariniello, Umberto Croppi, Benedetto della Vedova, Fabio Granata, Flavia Perina, Angela Napoli, Salvatore Tatarella e tante altre personalità d’alto spessore, impegnate a provare una buona politica post-ideologica. Non sono mai stato iscritto a Casa Pound. Non sono mai stato iscritto a Forza Nuova. Ma dialogo con tutti: da destra a sinistra e viceversa. È questa una colpa? Non credo! Soprattutto non può esserlo mentre a Roma, a sostenere il governo del quale fa parte ci sono assieme praticamente tutti: dal Pd a Forza Italia, dalla Lega al Movimento 5 Stelle. Un governo del dialogo, che supera le ideologie, gli schieramenti, gli steccati, le etichette. Non c’è poi tanta differenza con la storia del mio gruppo, che negli anni ha votato andando oltre gli steccati. I nostri voti sono andati a Michele Emiliano perché è una persona per bene, come sono andati a persone stimabili della Lega o dei Cinque Stelle, tra i quali – lo ricordo per completezza – anche il vicepresidente del Consiglio della Regione Puglia Cristian Casili. Sono fatti noti e documentati, perché noi non abbiamo mai fatto politica nell’ombra, barattando il consenso, ma abbiamo sempre deciso democraticamente e alla luce del sole. D’altronde, anche senza valutare le scelte elettorali, per me ed il mio gruppo parlano le azioni, i fatti, ciò che facciamo ogni giorno per la mia città e per i suoi abitanti: per i lavoratori delle campagne, per i migranti, per gli ultimi, per gli invisibili, per i diritti di tutti, spesso organizzando delle iniziative assieme al partito radicale. Lei è il ministro dell’Agricoltura. Venga a Nardò appena può. Abbiamo 190 chilometri quadrati di territorio, una forte vocazione agricola, una storia segnata dalla trentennale emergenza dei lavoratori migranti che solo ora, durante il mio mandato, stiamo faticosamente superando. Abbiamo una squadra di basket neopromossa in A2, la invito a venire a vederne una partita. So di farle cosa gradita conoscendo la sua grande passione per la pallacanestro, in comune peraltro con il presidente Emiliano. Purtroppo, una certa stampa in Puglia e anche fuori dalla Puglia non ama la verità e non ama le persone libere. E poi, lo sanno pure le pietre, esiste una guerra tra bande che in mancanza di argomenti usa il Sindaco di Nardò come pretesto, manipolando per l’occasione un vecchio video risalente a quand’era ragazzino. Ma oggi, a distanza di tantissimo tempo, usare quel video è ridicolo. La verità è che io sono uomo libero, un uomo del popolo e governo in nome del popolo. Sono figlio di un muratore. Ho studiato grazie al sudore di mio padre, della mia famiglia, prendendo il treno la notte per fare gli esami il giorno dopo. Sono un giovane uomo come tanti, dalla parte delle persone normali, senza potentati, massonerie, circoli e circoletti alle spalle. Sono nato nel 1984. Fascista o comunista, estremista o moderato, sono etichette che a me stanno strettissime. Io ogni santo giorno mi sveglio e lavoro a servizio della mia città, della Puglia, dell’Italia e della Costituzione sulla quale ho giurato. Emiliano lo sa, per questo mi vuole bene. E lo sanno anche i miei concittadini. Per questo mi vogliono bene”. In Salento è nato un nuovo fenomeno politico trasversale. Lo chiamano “mellonismo”. ![]() di Marcello Veneziani Sarà un effetto della Taranta, ma in Salento, in Puglia, è nato un nuovo fenomeno politico trasversale. Lo chiamano “mellonismo”, ma il cocomero in questione non si riferisce alla Meloni ma al Mellone, come si dice da queste parti rafforzando la elle. Per la precisione Pippi Mellone, sindaco di Nardò, vicino a Casa Pound che gode di un largo consenso cittadino ed è sostenuto pubblicamente nella sua riconferma dal governatore di Puglia, Michele Emiliano, pidino quanto basta, ecumenico quanto serve, autoreferenziale quanto più è possibile, ma leale e ardito in questo caso, perché professa apertamente la sua ammirazione per il “camerata” Pippi, rende manifesta la sua amicizia pericolosa con il “ fascista” e perfino la sua gratitudine e ammette che non bisogna mai giudicare fermandosi alle etichette e al partito preso. Naturalmente l’intreccio “perverso” tra i due è criticato dalla sinistra locale, il senatore pidino del posto, Dario Stefano, si dissocia e si auto-sospende dal partito per protesta contro il governatore barese dalle larghe spalle e dalle più larghe intese; prima di lui l’ampia Teresa Bellanova è insorta contro il mostruoso amplesso, la presidente dei senatori pidini, Simona Malpezzi ha scomunicato ufficialmente l’abbraccio, ritenendolo inaccettabile, “con un sindaco di estrema destra”… Ma a dir la verità tutti hanno attaccato la provenienza, la collocazione del sindaco ma nessuno ha fatto critiche nel merito al suo operato di sindaco. Magari poi qualcosa troveranno, o meglio a qualcosa si attaccheranno per la campagna elettorale, con il loro candidato sindaco e antagonista. Ma hanno da rinfacciargli solo di avere opinioni diverse e “inaccettabili”. Anche perché Pippi Mellone è benvoluto a Nardò e non solo, ha fatto cose egregie. Nell’augurargli in bocca al lupo, Emiliano ha ricordato che Mellone si è battuto per tutelare i lavoratori delle campagne pugliesi ed è suo merito l’ordinanza di divieto di lavoro nelle ore più calde. Un sindaco sociale, dalla parte dei lavoratori, ha fatto più cose di sinistra lui… E poi le opere pubbliche, il lungomare, il parco urbano, l’abbattimento dell’ecomostro. Mellone stesso in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno (che ha sospeso le pubblicazioni con gran dolore di chi, pugliese, la considera parte integrante della pugliesità, un organo del suo corpo) ha detto con ragionevole trionfalismo che “Nardò è un gigantesco cantiere: abbiamo mobilitato 35 milioni di euro, lavoriamo giorno e notte. Oggi nessun Sindaco può dire che “va tutto bene”, ma la vita è fatta di sfide. Qui va tutto al massimo». Lui invece va in bici, come un sindaco qualunque di sinistra, ma non rinnega la sua vicinanza a casa Pound e il suo diverso giudizio storico sul 25 aprile e sull’antifascismo, ma sa distinguere, sa rendere onore a chi se lo merita, non ha i paraocchi inversi. Il caso Mellone esplode a pochi giorni dalla morte improvvisa di uno scrittore diventato simbolo del cosiddetto fasciocomunismo: Antonio Pennacchi da Littoria, impropriamente ribattezzata Latina; un radicale libero, fascista di sinistra che si candidò pure con l’ultimo Fini di Futuro e Libertà. Autore di due libri anomali nel panorama narrativo italiano; uno dedicato al Canale Mussolini e l’altro appunto al “fasciocomunista”, da cui fu tratto il film “Mio fratello è figlio unico”. Il fasciocomunismo è una tentazione serpeggiante tra gli eretici scontenti della destra e della sinistra, in passato vivo soprattutto in ambienti del neo-fascismo di sinistra; ha una sua storia antica, risale perfino all’epoca fascista, poi riaffiora nel dopoguerra e riappare negli anni ottanta. Una serie di fidanzamenti e civetterie, mai coronati da nozze, tra esponenti di sponde avverse… Inutile rifare la storia di quel che un tempo chiamavamo Fascio e Martello, a cui noi stessi dedicammo non poche attenzioni; è storia vecchia, ormai, quando le ideologie si usavano ancora e la storia si affacciava nella vita corrente e suggeriva deviazioni di percorso e sintesi inaudite. Diciamo che si tratta di una storia intellettualmente intrigante ma politicamente sterile, perché genera belle provocazioni, alimenta spumeggianti ribellioni, sconvolge gli schemi rigidi, ma non dà frutti e spesso genera velleitarie illusioni. Qualcuno nutriva la convinzione quasi matematica che sommando due etichette ritenute negative e sorpassate si potesse produrre un esito positivo e innovativo. Il caso Mellone-Emiliano non è inscrivibile nel fasciocomunismo, semmai in quelle corrispondenze d’amorosi sensi che ogni tanto prendono politici di versanti opposti, al di là delle loro convinzioni; ricorda al più il milazzismo, benedetto da Palmiro Togliatti, ovvero l’esperimento siciliano in cui comunisti e missini collaborarono insieme ma non per molto. D’altra parte, se un abitante dei decenni scorsi si affacciasse nel presente, non resterebbe sconvolto a vedere Pd e Berlusconi, Sinistra e Lega insieme al governo guidato da un tecnico e farcito pure di grillini? Quella di Emiliano verso Mellone è una forma di amicizia e adozione a distanza, non è un governo fatto insieme. Insomma nell’ordine degli scandali il fasciocomunismo vero o presunto rappresentato dalla coppia Mellone-Emiliano, non è dei più sconvolgenti, anzi è qualcosa di casereccio, di pugliese, come mettere insieme riso, patate e cozze, ovvero mare e terra, per restare in una metafora golosa che a Emiliano il canaruto non dispiace. O se preferite una versione più nazionale, il loro amplesso è un po’ come Prosciutto e Mellone, dove Emiliano fa la parte del Prosciutto. Non fasciocomunismo dunque, ma prosciuttomellonismo di Redazione del Nuovo Quotidiano di Puglia
"Riunire il centrodestra attorno alla figura di Pippi Mellone". E' la sfida lanciata da Roberto Marti, commissario regionale della Lega a poche ore dal caso Nardò esploso con il sostegno dichiarato dal governatore Michele Emiliano al sindaco in corsa per il bis. Marti, da sempre considerato vicino a Mellone negli equilibri politici del territorio, ribalta lo schema e, a poche ore dall'autosospensione dal Pd di Dario Stefàno per le dichiarazioni di Emiliano, rivolge un appello a Fratelli d'Italia e a Forza Italia i cui vertici regionali e provinciali sono da tempo in contrasto con lo stesso Mellone. "Il Pd in Italia come in Puglia - dice Marti in una nota - vive una crisi di identità e di visione politica ormai inarrestabile. La sospensione dal partito del senatore leccese Dario Stefano ne è ultima ed evidente prova. Tocca a noi, dunque, presentare agli elettori un centrodestra forte, unito e rigenerato, che antepone gli interessi dei cittadini e di buon governo a quelli di parte, di corrente o personali. Abbiamo l'opportunità di partire con questo nuovo modello proprio da Nardó, riunendo il centrodestra intorno a un sindaco giovane e diffusamente apprezzato da tutti (anche dagli avversari) come Pippi Mellone". "Con Fratelli d'Italia e Forza Italia un tavolo per la Destra" Una posizione, quella di Marti, che non mancherà di suscitare ancora discussioni. Con il commissario leghista che aggiunge: "Rivolgo questo appello agli alleati di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, oltre che alle forze civiche di centrodestra, per recuperare lo spazio e il tempo perso, puntando su uomini e donne capaci e riconosciuti per cultura nonché per valori di destra. Porrò questo tema al prossimo tavolo del centrodestra pugliese per rilanciare il percorso della nostra area politica che è indubbiamente maggioranza nei territori se è unita e punta su canditati capaci e vincenti come Pippi Mellone". Emiliano, endorsement a Mellone: «Mi ha aperto la mente»
Tra le oltre 1200 reazioni al mio post su facebook del 3 Agosto ce n'è stata una che ha scatenato un maremoto. Si tratta del messaggio di Auguri di Michele Emiliano. Tutti i giornali locali e nazionali ne hanno parlato. Tra questi non poteva mancare il quotidianodipuglia.it, che scrive così:
di Alessandra Lupo
Un endorsment a sopresa ma non troppo quello di Michele Emiliano per il sindaco di Nardò Pippi Mellone, che a ottobre correrà per succedere a se stesso alla guida della cittadina salentina. il post entusiasta - Nei commenti al post di presentazione della candidatura di Mellone, il presidente della Regione ha infatti palesato il suo pensiero sul sindaco, tessensone le lodi sotto il profilo amministrativo, umano ma soprattutto politico. «In bocca al lupo al sindaco che ha aperto la mia mente per tutelare i lavoratori delle campagne pugliesi con l’ordinanza di divieto di lavoro nelle ore più calde - scrive Emiliano -. Al sindaco che ha fatto cadere i miei pregiudizi ideologici, che mi ha insegnato a unire anziché a dividere. Al sindaco e all’amico leale che mi ha sempre aiutato quando ho avuto bisogno di lui. Al sindaco che mi ha provato che politica e amicizia non possono essere disgiunte. Andiamo avanti insieme, con le braccia aperte pronte a stringere tutta l’umanità senza distinzioni di razza, di religione e di idee, dimostrando che anche il punto di partenza più difficile e sbagliato puó diventare l’inizio di una storia piena di eguaglianza, di giustizia e di libertà. In bocca al lupo Pippi!!! Forza Nardó!». La scelta di campo nel Comune -Un passaggio che sancisce ed esplicità la comune visione sul superamento degli steccati ideologici che entrambi portano avanti da diversi anni, avendo costruito coalizioni allargate e ibride che nel tempo si sono consolidate. E che soprattutto rappresenta un duro colpo per il centro sinistra neretino costituito da Pd, 5 Stelle che sostiene Carlo Falangone. ![]() INTERVISTA A PIPPI MELLONE SU CORRIERESALENTINO.IT
Quest’anno lei tenta il bis in un panorama politico molto frammentato. Ci sono alcuni suoi ex sostenitori, come Paola Mita, contro di Lei. Come mai non è riuscito a chiudere un accordo con lei o con Mino Frasca? Cos’ha inclinato i rapporti?
“La risposta è semplice: non li abbiamo voluti e non li vogliamo. Siamo una corazzata e non abbiamo bisogno di professionisti della sconfitta. Il fatto che fuori da Nardò questi nomi possano risvegliare interesse è frutto della poca conoscenza del territorio. Peraltro chi ben conosce la situazione neretina sa che di frammentata a Nardò c’è solo una opposizione divisa tra fittiani, renziani e antimelloniani. Una opposizione claudicante, lacerata e dilaniata. Noi, invece, siamo compatti. Rispetto all’altra volta abbiamo 3 liste in più: Obiettivo Comune, Noi per Nardò e Liberi Popolari. I primi due gruppi erano col centrosinistra nel 2016, Liberi e Popolari era col centrodestra. Sono forze organiche alla maggioranza, fin dal giorno dopo il voto del 2016. Forze che hanno dimostrato capacità amministrativa, coerenza e correttezza. Qualità indispensabili per far parte della mia maggioranza. E poi, lo ribadisco, per fare una lettura corretta, bisogna analizzare cosa si nasconde dietro a questi nomi e questi simboli evanescenti. Mita è un caporale senza commilitoni. Non basta un simbolo per fare una lista: del gruppo di Forza Italia, che ne determinò l’elezione nel 2016, non è rimasto più nessuno. Il 90% è con noi. Giusto per ricordarne alcuni cito Giuseppe Alemanno, consigliere eletto, candidato con Obiettivo Comune; Francesco Plantera, già assessore, e Serena Filieri, che sono nella lista Pippi Sindaco di Tutti. In queste condizioni ogni attenzione dedicata al suo posizionamento politico è superflua e francamente mi sorprende che ci sia chi ancora presti interesse a ciò che fa. Quanto a Frasca è stata fatta una scelta di coalizione. C’è una totale incompatibilità tra la mia squadra e la sua storia, il suo percorso e il suo modo di fare politica. Purtroppo per lui non basta photoshop per cambiare un percorso politico e, a specifica richiesta, la mia maggioranza ha risposto rifiutando che fosse candidato con noi al Consiglio, come avrebbe voluto”. Non ha paura del ballottaggio con tutti questi candidati in campo? “Il ballottaggio è una possibilità prevista dalla Legge ma è una ipotesi remota. Ad oggi i numeri, i sondaggi, perfino le metriche social, oltre al diffuso apprezzamento delle persone, dicono che continuerò a governare con il favore del mio popolo. La gente ha visto con i propri occhi l’abissale differenza tra noi e loro. Ha capito e apprezzato tutto quello che abbiamo realizzato. In questi 5 anni abbiamo fatto molto più di quello che sono riusciti a fare tutti i politici del passato negli ultimi quarant’anni e lo abbiamo fatto su ogni fronte, dai diritti alla mobilità sostenibile, fino alle infrastrutture. Abbiamo mobilitato 35 milioni di euro, quasi interamente a fondo perduto. Inoltre i neretini conoscono bene i personaggi che si propongono contro di me e sanno benissimo che, dietro alle tante liste annunciate, c’è il nulla assoluto. Verrebbe da dire ‘chiedi alla polvere’, perché solo la polvere ti può dire su cosa poggiano queste liste. Il voto dell’autunno prossimo sarà il colpo di spazzola che spazzerà via questi fossili della prima repubblica, eredi di una classe politica vetusta, impresentabile e fallimentare, che ha la sfacciataggine di riproporsi”. Qual è l’obiettivo raggiunto in questi 5 anni di cui va più fiero? “L’Urban Park è il simbolo più importante di questa amministrazione. Rappresenta il popolo che ha demolito il palazzo della vergogna. È la rappresentazione tangibile del quarto stato che annienta il potere sprecone, incapace e ingordo. Dalla polvere dell’ecomostro, dalla polvere della vecchia politica, è rinata la città. Là dove c’era lo scheletro del palazzaccio abbiamo costruito il parco urbano più grande della città. È la nostra via Gluck al contrario. Da qui è partita la nostra ‘transizione ecologica’ che in questi anni sta rivoluzionando Nardò. Sulle marine di Santa Maria al Bagno e Santa Caterina, ad esempio, stiamo stiamo realizzando un lungomare fantastico, bellissimo, eccezionale. Stiamo realizzando un megaparcheggio a Santa Maria e progettando un parcheggio per 500 auto a Santa Caterina. Su Sant’Isidoro abbiamo un’idea di riscatto senza precedenti. La cenerentola diventerà principessa. In città abbiamo realizzato il primo percorso ciclabile urbano. Abbiamo asfaltato 100 strade, aggiungendo rotatorie, passi pedonali rialzati e altri dispositivi salvavita. Abbiamo fatto un lavoro impressionante su impiantistica sportiva e scuole, intercettando numerosi finanziamenti a fondo perduto e puntando su comfort e sicurezza per i nostri ragazzi. Ci sono cantieri ovunque. In zona San Gerardo, altra periferia trascurata e dimenticata, stiamo realizzando un nuovo grande parco”. Si continua a parlare tanto della questione firme: possiamo dire una parola definitiva su questa vicenda? “Il fatto che ci sia chi, per settimane, scriva di una questione così ridicola la dice lunga sulla disperazione di questi individui. Siamo in campagna elettorale e questi soggetti, non avendo nulla di serio su cui confrontarsi, contestano l’esito democratico del voto di 5 anni fa, con un espediente, un’invenzione propagandistica ridicola e comica. Sono peggio di Trump, che almeno è stato tempestivo. Qui parliamo di gente che, a stare alle ricostruzioni dei giornali, lamenta di essere stata candidata, di aver fatto campagna elettorale e di essere stata perfino eletta a sua insaputa. Peggio di Scajola. Queste persone stanno facendo ridere una città intera. Sono disperati e questa ne è l’ennesima dimostrazione”. Lei ha dato una mano a Michele Emiliano, il governatore pugliese ricambierà alle elezioni? Cos’ha fruttato questa amicizia politica al Comune di Nardò? “Michele Emiliano è un amico, un uomo buono e un amministratore capace. Già a ottobre disse pubblicamente che sperava in una mia ricandidatura e rielezione. Un endorsement importante, indubbiamente, che si somma al giudizio dei neretini. Nel 2016 neanche lo conoscevo. Ho vinto senza di lui grazie ai neretini. Nel 2020 l’ho sostenuto perché è una persona perbene e per scongiurare il pericolo di tornare indietro di 20 anni, con una proposta politica obsoleta. Quanto a biechi ‘do ut des’, io non sono abituato a praticarne. Sono però orgoglioso del fatto che il presidente ami Nardò, città alla quale ha tributato grande attenzione, interessandosi direttamente di problemi atavici. In passato c’era chi si ricordava di Nardò solo per impiantare o allargare discariche. Noi, con l’aiuto del Presidente e della Regione, stiamo sanando anche queste ferite. Questo ho sempre chiesto e questo chiederò sempre alla Regione: attenzione per la mia città”. C’è un modo per fare chiarezza sulle occupazioni delle case popolari? “Penso che su questioni del genere possa fare chiarezza la magistratura. Io posso rispondere dei miei comportamenti e della mia attività: in questi 5 anni io non ho fatto alcuna assegnazione in deroga alle graduatorie di legge. Nel recente passato il mio predecessore ne fece 28! Ventotto, non una o due! Quanto alle occupazioni abusive non può essere certamente la Polizia Locale, con 10 agenti a disposizione, a poter risolvere un problema così, che peraltro riguarda tutti i comuni d’Italia. I parlamentari locali, invece di occuparsi dell’erbetta sui marciapiedi, dovrebbero impegnarsi per il futuro di questo Paese e affrontare la situazione con soluzioni adeguate a tutela di tutti. L’emergenza abitativa è un problema serio. La mia amministrazione nel prossimo mandato investirà anche nella costruzione di nuovi alloggi popolari. Costruirà case per le persone in difficoltà e le giovani coppie. Stiamo studiando come fare”. La sua coalizione è ancora aperta a nuovi ingressi? Quali forze la sostengono? “Io ho sempre dialogato con tutti e continuo ad essere aperto all’ascolto e al dialogo, ma il perimetro della mia coalizione è circoscritto e segnato da una differenza valoriale e di visione del futuro rispetto all’opposizione. Inoltre la mia coalizione è mastodontica… Ci sarebbero oggettivi problemi di spazio! Al mio fianco ci sono 9 liste, tutte civiche. Un esercito che ogni giorno si rafforza grazie alla buona volontà di tanti cittadini che, a fronte dei continui e violenti attacchi personali che ricevo, fanno un passo avanti. In questi anni abbiamo costruito una comunità e dato vita ad un grande gruppo, che è innanzitutto umano. Tant’è che abbiamo sbarrato la porta a liste che, sulla carta, avrebbero potuto portare molti consensi. Insomma… non punto al 100% dei consensi. Certa gente con noi non potrà mai stare. E poi alla politica fatta degli squali preferisco l’unione dei pesci piccoli”. Due leghisti sono nella sua giunta. Ha un dialogo aperto con Fratelli d’Italia o con qualche altro esponente del centrodestra? “Fratelli d’Italia è un discorso a sé stante. È noto a tutti che ho iniziato a fare politica in Azione Giovani e sono legato da amicizia, stima e affetto a tanti ragazzi e ragazze che con me facevano Atreju e che sono la mia famiglia. Ad ogni livello nel partito di Giorgia Meloni posso incontrare persone a cui sono legato da oltre 15 anni. Oggi però faccio il sindaco e sono alla guida di una comunità che ha messo da parte le appartenenze politiche ed ha costruito un proprio spazio valoriale, incentrato sulla necessità di far progredire e sviluppare Nardò e il Salento. Quindi oggi sono chiamato a dialogare con le persone e con i neretini e non più con i simboli o le tessere di partito. Se amici con storie e percorsi diversi si riconoscono in questo percorso di comunità e vogliono impegnarsi per la città, ben venga. La nostra è la squadra dei neretini. Una squadra trasversale, che mette al primo posto l’amore per la città e l’agenda delle cose da fare e non l’appartenenza politica. Questa è la strada intrapresa e su questa strada vincente proseguiremo, nel segno della rivoluzione”. |
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